Lieto fine VS “Non farai mai nulla di buono!”

Lieto fine VS “Non farai mai nulla di buono!”

Qualche storia che inizia storta, va incontro a un lieto fine!

Così gli aveva profetizzato un insegnante delle scuole medie: “Tu non farai mai nulla di buono nella vita, sei troppo pigro, sei privo delle basi minime per affrontare le superiori e… inetto! Ma sai almeno che cosa vuol dire?!”

In effetti no, Paolo non conosceva il significato esatto di quella parola, ma gli era chiaro che non si trattava nè di un complimento, nè di un incoraggiamento. E proprio di fronte all’argomento ‘Cosa farò da grande’.

Come pedagogista e sostenitore accanito della possibilità di cambiare, ogni volta che ripenso a queste parole rimango inorridito. Ma come può un adulto con ruolo educativo osare soltanto accostarsi all’idea di emanare un verdetto tanto squalifcante e umiliante quanto distruttivo del potenziale e della speranza nel cambiamento.


Come può un adulto con ruolo educativo osare soltanto accostarsi all’idea di emanare un verdetto tanto squalifcante e umiliante quanto distruttivo del potenziale e della speranza nel cambiamento.


Quanti adulti incontro che sono rimasti “menomati” nello sviluppo della loro autostima e della progettualità a causa di uno o più contesti educativi soffocanti in cui sono state lanciate profezie, purtroppo spesso azzeccate. Ma azzeccate perchè l’adulto ha avuto una visione predittiva o perchè il giovane protagonista in crescita è finito per credere lui stesso nella profezia e si è impegnato inconsapevolmente per adempierla?!

Ma questa è una storia a lieto fine.

Paolo infatti, su consiglio orientativo degli inseganti, ha proseguito gli studi presso un centro di formazione professionale. Essi sostenevano infatti “hai le capacità solo per questo tipo di scuola”. Paolo inizia il triennio previsto. Fortunatamente, trova un ambiente che lo valorizza e lo aiuta a recuperare alcune lacune ma, soprattutto, un pò di fiducia in se stesso… Al punto che, dopo la qualifica decide di spezzare la profezia e di modificare il proprio destino. Vuole iscriversi presso un istituto professionale. Purtroppo per lui, l’esame di ammissione non va come avrebbe dovuto e la scuola è disposto sì ad accettarlo, ma a patto che riprenda dal terzo anno.

Che smacco! Un ulteriore riprova della propria debolezza. Ma Paolo non rinuncia. Ripete il terzo anno e lentamente, ma con progressiva fiducia nelle proprie capacità, porta a termine il triennio e si diploma nel settore meccanico.

E ora viene il bello, anzi il meraviglioso ai miei occhi, ovvero qualcosa che per me rappresenta un ulteriore conferma della straordinaria capacità adattativa ed evolutiva dell’essere umano, quando’egli è libero da costrizioni e giudizi, è focalizzato su un traguardo e motivato dalla passione per qualcosa.

Paolo decide di iscriversi all’Università in un indirizzo coerente con gli studi precedenti.

Non ti racconterò il seguito, perchè il nocciolo della questione non è il risultato formale, come ad esempio la laurea. Il risultato straordinario di processo risiede nella capacità di Paolo di ripensare se stesso.

Nell’aver osato andare contro il giudizio di adulti significativi. Nell’immaginare qualcosa di meritevole e desiderabile anzichè accontentarsi di sopravvivere in ruolo scritto da altri.

Immaginare qualcosa di meritevole e desiderabile anzichè accontentarsi di sopravvivere in ruolo scritto da altri

In tutto questo però, abbiamo lavorato insieme , Paolo ed io, in un percorso personale. L’obiettivo per lui era quello di diventare consapevole dei propri progressi e dei risultati raggiunti con pazienza e sacrificio. Quando infatti l’ho incontrato per la prova volta, ancora non era in grado di rendersi conto dell’incredibile evoluzione che lui, proprio lui, aveva compiuto in pochi anni.

Anche questa storia mi ricorda quanto sono fortunato a poter assistere  e partecipare ai cambiamenti sottili e talvolta quasi invisibili all’esterno. 

Eppure, essi hanno per me il carattere del miracolo!

E pensare che qualche volta ancora oggi c’è chi si arroga il diritto di profetizzare “Non farai mai nulla di buono!” stroncando, aihnoi, troppi… lieto fine.

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